"Acordo fra Messer Pietro Allara, Anna Maria Gilardi et l'oratorio de SS. Fabiano e Sebastiano di lire 700"

Tipologia Documento
Data topica Piaro
Data cronica
26 febbraio 1716
Note
Il documento è stato redatto nella casa di Bernardino Morandi.

Numerazione provvisoria

N. provvisorio
169

Numerazione definitiva

Numero definitivo
85
Prefisso
OdF

Contenuto

Lo strumento fu redatto dal notaio Antonio Iacazio della Valle d'Andorno "proprietario della piazza di Campiglia per patenti delli 17 settembre 1708".
Alla morte di Giovanni fu Giovanni Battista Allara, il suo ultimo testamento fatto in data 23 agosto 1681 chiamava suoi eredi universali i tre figli Giovanni Battista, Pietro e Guglielmo. Morto Giovanni Battista senza eredi, ai due rimasti sarebbe spettata la metà dell'eredità. Morto anche Guglielmo e pure la sua unica figlia, Maria, "in pupilare ettà", per testamento del citato Guglielmo fatto in data 3 marzo 1707 la sua porzione ereditaria passava all'Oratorio di Forgnengo. Stante poi che l'unico superstite, Pietro, si era portato all'estero ("in stati forestieri") per vent'anni, e dato per deceduto a sua volta, lo stesso Oratorio aveva incamerato i beni formanti anche la sua quota ereditaria e ne aveva disposto come propri. Aveva quindi venduto a Benedetto Gilardi, per 700 lire, "doi corpi di casa coperti a lace e coppi in Forgnengo detta la casa del Moretto", confinante con la strada per due lati, "con una picola pezza orto ivi atigua" confinante con il riale e la stessa strada. Il tutto con regolare atto notarile 8 gennaio 1711 rogato dal citato notaio Iacazio. Il pagamento delle 700 lire fu fatto tramite cessione di una casa (250 lire), una cascina con "straija", ossia fienile (150 lire) e il resto in contanti. Tornato Pietro Allara e volendo questi tornare in possesso dei suoi beni, l'Oratorio doveva trovare un accordo tra le parti. Nel frattempo era morto Benedetto Gilardi ed era rimasta la sua vedova, Anna Maria, peraltro tutrice del figlio minore Giovanni.
Onde evitare una "dispendiosa lite" si arrivò a questa soluzione. Alla presenza di don Giovanni Pietro Gaia, parroco di Campiglia Cervo, Pietro Allara dichiarò di preservare in perpetuo e per sempre il possesso sulla metà dei due corpi di casa di cui sopra (la parte coperta a coppi) a favore della vedova Gilardi e del figlio, "tramedianti il portico e crotta di sotto", e sulla metà del suddetto orto. Alla stessa vedova sarebbe spettata la cascina e la sua "straija". A Pietro Allara sarebbe tornata l'altra metà dei caseggiati occupati dalla vedova Gilardi. I ministri dell'Oratorio, Pietro fu Lorenzo Allara e Pietro fu Carlo Catella, restituivano anche tutti gli altri beni costituenti l'eredità di Giovanni Allara all'Oratorio più o meno legittimamente pervenuti (campi, canepali, prati ecc.). Ovviamente il testamento di Guglielmo Allara sarebbe stato annullato e cassato per quanto di competenza dell'Oratorio medesimo.
Presente il timbro del "Gabel General" da dodici denari.

Consistenza rilevata

Tipologia
fascicolo/i
Quantità
1

Stato di conservazione

Stato
buono

Modalità di scrittura

manoscritta